Piacere, Anna

Il percorso artistico di Anna Porcu inizia nell’incantevole terra toscana, in cui le eredità storiche della regione e l’attività antiquaria dei genitori la portano, sin dall’infanzia, a stretto contatto con un concetto di bellezza che oltrepassa i confini temporali. Dopo la Laurea in Storia dell’Arte a Firenze, Anna si sposta prima a Milano, conseguendo un Master in Marketing Culturale presso l’università Cattolica e lavorando nell’archivio storico di Gucci, e poi a New York, svolgendo uno stage al Museo del Fashion Institute of Technology.

La prima delle sue collezioni, nate da una ricerca condotta in tutta Europa di cammeo ottocenteschi, debutta nel 2011. La perla Rinascimentale di Pienza, immersa nell’incantevole Val d’Orcia, è il suo primo storefront nel mondo, in cui Anna lavora ai suoi poetici gioielli dal suo workshop, all’interno del suggestivo negozio d’antiquariato dei genitori.È qui che le sue creazioni prendono vita e vengono presentate alla contemporaneità. Molto più di uno showroom, una galleria per tutti gli amanti dell’arte del cammeo.

Parlano dei suoi gioielli prestigiose testate internazionali, e le sue creazioni sfilano sotto ai riflettori di importanti Trunk Show di gioielleria contemporanea, presso il MAD Museum di New York e il Norton Museum di Palm Beach.

“Sono un’artista, con un cuore da storica; mi occupo di scultura, ma indossabile; giro il mondo, ma conservo la mia identità toscana, il mio animo inguaribilmente italiano, fatto di famiglia e vecchi valori. Figlia di antiquari, i miei ricordi d’infanzia sono costellati dagli oggetti più diversi e curiosi, e dall’arte, che si manifesta splendida e potente, in tutte le sue forme: danza, fotografia, disegno, artigianato”.

“Il mio lavoro è la mia missione: far vivere nel presente una tradizione artigianale dalle origini antiche, risalenti al tempo dei Romani. Il bassorilievo è una pratica preziosa da preservare, una storia da tramandare. Io lavoro per renderla indossabile, per affermarne l’indiscussa intramontabilità attraverso l’ineguagliabile eccellenza del Made in Italy. Ho girato il mondo in lungo e in largo per trovare cammei che potessero diventare veicolo del mio messaggio: l’arte è un tesoro senza tempo, un bisogno primitivo dell’uomo, in ogni epoca. Dopo la ricerca dei cammeo, passo a quella stilistica e storica: ne indago simboli, storia, materiali. Scelgo di mantenerli nelle loro cornici originali, oppure di incastonarli in onice, malachite, ed altre pietre dure. Reimmagino la loro forma, conferendogliene una ovale, ottagonale, rettangolare, etc. A volte, li monto in cornici antiche che appartenevano a pezzi altri, incrociando i loro cammini. L’aggiunta della pelle, dell’oro, dell’argento, delle pietre preziose coincide con un momento di rinascita: il passato incontra il presente, l’emisfero femminile quello maschile, la delicata essenza del cammeo viene rinvigorita dalla forza del cuoio. Quando sento che un pezzo è pronto, allora scatta l’ultima fase di ricerca: quella della sua anima gemella, che lo porterà con sé fuori dal mio laboratorio”.


“Ogni volta che lavoro alla realizzazione di un pezzo, so che potrà raccontare alla persona che lo sceglierà almeno tre storie: una parlerà un po’ di me, degli attimi della creazione; un’altra parlerà di tradizioni orafe antiche; un’altra ancora riguarderà il soggetto raffigurato in ogni cammeo. Scelgo sempre pietre che rappresentano personaggi storici e mitologici capaci di incarnare grandiose identità di artisti, poeti, scienziati, divinità. Ogni soggetto porta un messaggio di bellezza, amore, coraggio, ed è icona di sfaccettature di umanità, di qualità mortali, e virtù con cui identificarsi, in cui rispecchiarsi. Scegliere un mio gioiello significa ritrovare se stessi immortalati sulla pietra, significa riconoscersi in un intaglio, sentirsi protagonisti di una storia che torna ad esprimersi da un passato lontano. C’è anche una quarta storia, però, di cui i gioielli non sono emissari, ma lieti riceventi e taciti testimoni: quella della persona che li sceglie, li vive e li porta con sé”.